Due grandi occhi, di una trasparenza disarmante, che ti si piantano in faccia qualsiasi sia la posizione da cui li guardi. È stato questo a rapirmi la prima volta che ho visto la copertina di Qualcuno con cui correre, rimasto in wish list per qualche tempo e poi acquistato per impulso dopo aver incrociato nuovamente quello sguardo, come carico della promessa di continuare per la propria strada, con la consapevolezza di aver già superato degli ostacoli e determinato ad affrontare quelli che la vita deve ancora riservargli.

Ho capito dopo cosa fosse: forza d’animo, che da una parte sembra mancare in Assaf ma dall’altra sembra essere inesauribile in Tamar, i nostri due protagonisti. Entrambi sedicenni, entrambi di Gerusalemme, ma ciascuno ignaro dell’esistenza dell’altro, fino a un’afosa giornata di agosto, quando Dinka, splendida labrador dal pelo dorato, irrompe a smuovere quella di Assaf, impiegato al municipio durante le vacanze estive, mentre la famiglia è negli Stati Uniti a far visita alla sorella maggiore. La cagna, catturata dall’accalappiacani e chiusa in canile, viene affidata al ragazzo, incaricato dal suo capo di ritrovare il suo padrone, che, dopo essere riuscito ad ammansirla parlandole dolcemente, sceglie di affidarsi completamente al suo istinto, lasciandosi guidare da lei per le strade della città in una corsa che lo porterà a contatto con persone che, in un modo o nell’altro, sono incappate nella figura da cui Dinka solitamente non si stacca mai, Tamar, scomparsa da casa ormai da un mese. In realtà la ragazza si è allontanata di sua spontanea volontà per tentare di strappare una persona cara dalle grinfie della droga, ma questo Assaf non lo sa, quindi, affascinato dalle storie che la riguardano, decide di mettersi sulle sue tracce, sentendo crescere dentro sè, di racconto in racconto, la cognizione di aver finalmente trovato qualcuno di simile a lui, qualcuno con cui correre, appunto.

Da quella mattina, dal momento in cui aveva cominciato a sentir parlare di lei, aveva avuto la sensazione che un’esistenza nuova cercasse di introdursi a forza nella sua vita, di aggrapparvisi a ogni costo, di mettervi radici.

Questo romanzo mi è piaciuto dalla prima all’ultima riga, senza lasciare fuori nemmeno una virgola. Emozionante, fluido, di una vividezza tangibile, resa tale anche dallo stile di Grossman, capace di coinvolgere il lettore a tal punto da farlo sentire parte integrante della storia, facendolo scivolare lentamente nei meandri delle pagine senza che se ne accorga e svelando completamente i fatti solo quando compaiono in modo innegabile in tutta la loro chiarezza davanti alle sue retine. Complice sicuramente anche la narrazione, bipartita secondo i punti di vista dei due personaggi principali, inizialmente non coincidenti a livello temporale, dato che quello di Tamar riprende eventi a partire da un mese prima rispetto al presente narrativo, per poi avvicinarsi man mano e scorrere in parallelo al punto di vista del ragazzo. Che bei personaggi tra l’altro, mi sono piaciuti istantaneamente ed è stato un piacere accompagnarli in questa avventura, alla scoperta di se stessi e della fiducia negli altri. Ho corso a fianco ad Assaf, che, passo dopo passo, si scrolla di dosso la passività che contraddistingue la sua vita per prenderne finalmente le redini, e ho ascoltato il canto di Tamar, unico mezzo attraverso cui dimentica i propri problemi, eclissandosi da un mondo che le lascia l’amaro in bocca. Cresciuti in una Gerusalemme che non ci si aspetta, labirintico intrico di strade che si snodano tra culture e modi di vivere agli antipodi, hanno indoli differenti ma condividono più di quanto possano pensare: sono anime affini che si nutrono della speranza di trovare qualcuno che possa capirli davvero.

Cosa credi? Che voglia stare sola? Ma sono fatta così, non riesco ad avvicinarmi veramente a nessuno. E’ un dato di fatto. E’ come se mi mancasse quella parte d’anima che si incastra negli altri, come nel Lego. Che si unisce veramente a qualcun altro.

Non sono da meno neanche i personaggi secondari che, nonostante il minor spazio dedicato loro, danno corpo al romanzo con le loro parole e i loro ricordi, lasciando un segno inequivocabile nelle pagine che toccano. Per non parlare di Dinka, presenza talmente palpabile da farmi dimenticare a tratti che non fosse umana.

Direi che non ho altro da aggiungere, eccetto l’esortazione a leggere questo libro ovviamente.

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Qualcuno con cui correre
Autore: David Grossman
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 364
Anno di pubblicazione: 2000
Traduttore: A. Shomroni
Genere: narrativa contemporanea
Costo versione cartacea: copertina flessibile: 12,00 euro
Costo versione ebook: 6,99 euro