Quest’oggi vi parlerò di un libro inviatoci dall’autrice stessa, Gloria Rubino, che ringraziamo ampiamente per l’opportunità dataci. Già il titolo, Parallele ed incidenti, mi incuriosiva perché mi ha fatto subito pensare ai due elementi geometrici, a cui sono attribuiti proprio i due suddetti sostantivi. Vedendo poi come erano stati battezzati i capitoli, mi sono convinta di questo nesso, aspetto così profondamente interessante da indurmi a pormi il seguente quesito: in che modo la geometria poteva riuscire a rappresentare il collante di una storia? Scoprirlo è stato davvero un bellissimo viaggio, non solo attraverso la vita dei protagonisti, ma anche percorrendo quella di alcuni personaggi secondari che, però, come nel corso della lettura abbiamo la possibilità di comprendere, risultano molto importanti ai fini del romanzo, talmente decisivi da “imporre” all’autrice di dedicare loro una piccola parentesi nel suo libro.
Siamo a Poggio B., piccolo paesino toscano, precisamente all’ufficio postale, dove Marco Butini, docente di applicazioni della geometria descrittiva alla facoltà degli Studi di Architettura dell’università di Firenze, nella quale insegna da ormai quattro anni, si trova ad aspettare. Non è in coda, come tutte le altre persone che sostano alle poste, no, lui sta attendendo impaziente il postino, Mattia, a causa di quanto la signora Livia, la classica vicina di casa guardona e pettegola, ha raccontato al nostro protagonista: infatti, questa spia in gonnella ha potuto constatare come, nonostante la natura assai nota di volersi defilare, il più velocemente possibile, caratterizzante i porta lettere nei confronti delle persone a cui devono consegnare le raccomandate, il suddetto e già nominato dipendente statale si attardasse “troppo” nello svolgere il suo compito, a casa di Margherita, la nonna che porta lo stesso nome della moglie di Marco e che sta ospitando la nipote temporaneamente sotto lo stesso tetto. Chiaro è che il sospetto di una tresca sia alle porte del cervello del nostro insegnante. Dopotutto, il suo “fiore” si è allontanato dalla loro dimora da ormai un mese: non si conosce il motivo di questa fuga e non si sa nemmeno per quanto ancora rimarrà al riparo di quelle quattro mura, dove lei ha trascorso la sua infanzia. Niente di niente. Venire a sapere che il postino Mattia, per cui Margherita aveva avuto una cotta in passato, trascorra più tempo del dovuto allo stabile in cui la donna alloggia, sicuramente ha fatto drizzare le orecchie e storcere leggermente il naso al professor Butini ed è proprio per questo motivo e per il suo voler fugare ogni dubbio circa una possibile relazione clandestina che si trova ora all’ufficio postale.
Come dimenticarsi poi della raccomandata ricevuta e ancora sigillata, inviata da un certo Lorenzo Orlando e indirizzata proprio a sua moglie, Margherita Rampino? E infatti Marco mica se la scorda: vuole indagare, capire, comprendere dove ha sbagliato, in che momento della vita coniugale ha effettuato quel passo falso che li ha portati proprio qui, quasi a dover lottare con le unghie e con i denti per mantenere vivo il loro matrimonio. E se poi ciò che scoprirà porterà alla catastrofe già annunciata insistentemente da tutti quanti e dalle riflessioni incessanti che divorano la sua mente ormai provata? Come si dovrà comportare questo professore di geometria? Basta aprire Parallele ed incidenti per scoprirlo e sicuramente non vi pentirete della lettura: i colpi di scena non mancano di certo e tengono altissima l’attenzione e la concentrazione del lettore.
Al cuore non si comanda. Sono solo cinque parole, sostantivi semplici e diretti, con un significato non nascosto ma decisamente lampante, vocaboli forse banali ma altrettanto veritieri, vigorosi nel loro insieme, come a testimoniare che l’unione fa davvero la forza. Quante volte può capitare, infatti, di mettere il piede in fallo, cadere in un tranello, essere imprigionato dalla rete degli eventi, unicamente a causa del nostro seguire ciò che le emozioni ci impongono di percepire, di provare, anche se tali sensazioni sono completamente diverse e opposte alla realtà dei fatti? Quanto è facile lasciarsi convincere da loro ed essere trasportati dalle conseguenze, vive ondate che non ci permettono di riaffiorare a galla, abbandonandoci in balia del mare burrascoso in cui siamo capitati per mano nostra? È terribilmente semplice fraintendere, cadere nel giogo di ciò che abbiamo di fronte, catalogato nel modo più errato possibile dal nostro cervello che, come se fosse in atto un malfunzionamento, decidesse di non razionalizzare i fatti, di lasciarsi guidare dalle emozioni latenti, colpevoli dell’annebbiamento dei nostri occhi, che vedono solo ciò che vogliono vedere, solo quello che il nostro cuore, avvelenato dalla mente pessimista e troppo propensa alla negatività, ci spinge a vedere, ci obbliga a scorgere una visione distorta della realtà, una panoramica che non si ritorcerà solo contro chi ci circonda, tra cui spiccano sicuramente e giocano un ruolo fondamentale le persone amate, ma anche e soprattutto noi stessi, portandoci a distruggere dei legami importanti per il nostro quieto vivere, il nostro sorriso, un domani migliore.
Ecco, però, all’orizzonte una nave, giunta a noi con il preciso scopo di salvarci dalle acque tormentose e in subbuglio, raggiungendoci con una scialuppa di salvataggio e un bellissimo salvagente che ci mantiene finalmente a galla, permettendoci il secondo di tornare a respirare normalmente e il primo di rimettere i piedi saldi a “terra”. Questa imbarcazione può avere qualsivoglia fattezze e può arrivare in ogni momento: un oggetto che ci è caro e che ci porta a ricordare qualche evento felice del nostro passato, qualche esperienza che ha causato sul nostro viso un sorriso, un ninnolo che ci rimembra cosa è già avvenuto e che può avvenire nuovamente, più in fretta di quanto si pensi e con più probabilità di quanto ci si aspetti; una persona, sconosciuta o amica non importa, che, dicendoci qualche semplice parola, regalandoci del tempo o anche dedicandoci qualche gesto particolare e affettuoso, ci induce a rivedere ciò che stiamo vivendo e in che maniera lo stiamo affrontando, rivalutando la chiave di lettura, la prospettiva con cui osserviamo la nostra vita in tutti i suoi aspetti, negativi e positivi, il pacchetto completo; un evento, un istante dell’esistenza che ci caratterizza, che quindi ci interessi in prima persona, o anche un momento che non tocchi il nostro spazio vitale, ma che comunque abbia un impatto sullo stesso, facendoci rivalutare il nostro passato, permettendoci di porre l’attenzione su ciò che è trascorso, i piccoli tasselli che già abbiamo aggiunto al puzzle della nostra vita, pezzetti di noi che ci hanno reso ciò che siamo e hanno posto le basi del nostro futuro, le fondamenta di ciò che saremo un domani, ora incerto e circondato da un’aura di misticità fumosa, ma che si diraderà togliendo qualsiasi dubbio in merito.
Marco e Margherita hanno bisogno di uscire dalla stasi in cui sono entrati, chissà come e chissà quando: una risoluzione è necessaria per poter riprendere a vivere, magari insieme, mano nella mano, un passo per volta verso la ritrovata serenità coniugale, o forse da soli, ognuno per la sua strada, entrambi verso la meta di gioia che vorrebbero finalmente raggiungere, senza più voltarsi indietro a guardare negli occhi quella persona che un tempo era parte di loro, ma che ora non lo è più. Serve, però, una scossa, un qualcosa che smuova questi due coniugi, una sorta di sberla, un ceffone che li induca a svegliarsi, a capire cosa hanno di fronte, a comprendere come sistemare la situazione, nel miglior modo possibile, tenendo conto di ogni piccolo aspetto ed evitando di affidarsi alle sole emozioni, fuorvianti per la maggior parte delle volte, decisive spesso per scegliere l’opzione meno obiettiva e più inadeguata rispetto a ciò che è realmente richiesto. Lorenzo è il legame tra Marco e Margherita, colui che permetterà loro di scorgere la verità, comprendere come stanno le cose veramente e, perciò, adottare il comportamento perfetto, fatto su misura per loro e per la circostanza che li sta accompagnando da ormai molto tempo: questo sconosciuto porta alla luce un passato di cui i protagonisti erano del tutto all’oscuro, un fulmine che rischiara momentaneamente l’oblio in cui sono finiti, un baleno che permette loro di trovare la strada corretta e riemergere, quindi, dalla prigionia raggiunta. Leggendo Parallele ed incidenti, interessante è stato comprendere come il destino giochi, sì, tiri mancini, ma il suo siffatto comportamento sia imposto, quasi per forza, da noi perché sono le nostre decisioni, che ci accompagnano fianco a fianco, a indirizzare il nostro cammino nel presente, imprimendogli le sfumature necessarie per imbastire a grandi linee il nostro avvenire, prendendo quasi spunto da ciò che è stato, quel passato che risulta essere il periodo fondamentale di una persona, collezione di esperienze che le permettono di crescere, imponendosi quasi, obbligandolo a un’evoluzione intima e non reversibile, un lasso di tempo dal quale non smettiamo mai di imparare, tenendo conto degli errori pregressi di chi ci ha preceduto, cercando di non riproporli in chiave moderna nella nostra epoca, continuando perciò quella carreggiata che avevamo momentaneamente abbandonato, in maniera decisamente errata, movimento dettato dalla presenza di ostacoli da voler aggirare ad ogni costo, adottando la strategia più indolore possibile, senza contare delle conseguenze di tali gesti, seguendo non le voci malevole di coloro che remano contro la nave della nostra salvezza definitiva, ma quelle dell’amore, la cui eco si riesce a percepire da distanze chilometriche, quasi a volerci confermare la potenza di questo sentimento, sinonimo esclusivo e particolare di vittoria, di vita, di gioia completa e totale.
Parallele ed incidenti è un libro riflessivo, che ruota attorno a personalità semplici, dirette, appartenenti a persone di ogni giorno, individui che potremmo annoverare anche tra le nostre amicizie, tra le nostre parentele o nell’insieme dei legami affettivi che abbiamo costruito nella nostra vita. Con uno stile immediato ed esplicito, che si insinua nel cuore del lettore grazie proprio all’essenzialità che lo caratterizza, Gloria Rubino riesce a perforare l’anima di chi legge il suo romanzo, adoperando diversi punti di vista nella narrazione, salti calibrati per donare un dinamismo che permette una lettura fluida e incalzante, utilizzando da una parte frasi prolisse che sono la testimonianza sincera delle meditazioni profonde e complesse dei protagonisti, in merito a ciò che accade loro intorno, facendo trasparire anche il proprio parere, attuando come escamotage l’uso di parentesi e del corsivo, una formattazione del carattere che mette in risalto queste specie di battute, degli ex-corsus che rendono l’autrice partecipe della sua opera, dall’altra brevi enunciati, concisi ma allo stesso tempo profondi, racchiudenti un significato intricato, contrario a quella superficialità che si potrebbe attribuire a simili proposizioni. Questo romanzo è stato sicuramente una grande scoperta, una prelibatezza ghiotta per chi, come me, è un “divoratore” di libri: perciò, ringrazio nuovamente la scrittrice per averci contattate e per avermi dato questa opportunità, consentendomi di entrare nel mondo di Marco e Margherita, di realizzare come un minuscolo e quasi innocuo inciso possa essere la conseguenza di immani catastrofi, difficili se non impossibili da arginare, e di scoprire come da un avvenimento decisamente orribile possa scaturirne uno altrettanto gradevole e gradito, elevandolo ad antidoto nei confronti della tristezza, insegnandoci che bisogna andare avanti, comunque vada. Anche se la morte ci mette lo zampino, la vita è e sarà sempre possibile.
Scheda libro
Titolo: Parallele ed incidenti
Autore: Gloria Rubino
Casa editrice: PSEditore
Pagine: 181
Anno di pubblicazione: 2016
Traduttore: –
Genere: Narrativa contemporanea
Costo versione cartacea: 12.90 euro
Costo versione ebook: –
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