Non conoscevo questo libro né la sua autrice, Kimberly McCreight, finché quella cara ragazza di Lady C. non me lo ha regalato per Natale. Aveva il timore che potesse non piacermi, visto che a suo dire sarei un po’… ehm… selettiva in fatto di libri, e da parte mia mi sarebbe dispiaciuto se ciò fosse accaduto. Ma, per fortuna, c’è stato il lieto fine libresco. Cosa che non si può affermare per tutti i personaggi coinvolti in Le bugie degli altri, invece.

Ridgedale è la tranquilla città americana per antonomasia, dove tutti conoscono tutti e nessuno va a dormire chiudendo la porta di casa. Questa patina di calma apparente viene però tragicamente spazzata via nel momento in cui viene rinvenuto un corpo nei pressi dell’università. A causa dell’assenza di un collega, il direttore del giornale locale chiede a Molly Sanderson, trasferitasi da poco con la famiglia perché il marito è stato assunto come docente dall’ateneo, di andare sul posto a caccia di informazioni. La donna accetta, sentendo che questo incarico possa essere l’occasione per scrollarsi di dosso definitivamente il velo opprimente della depressione che la avvolge, calatole sulle spalle quando un dolore sordo e inaspettato la colpì nel profondo quasi due anni prima. Giunta sul luogo del ritrovamento, riesce a raggiungere il capo della polizia, che risponde in modo evasivo alle sue domande, ma, nel momento in cui un agente si lascia scappare un particolare, ricordi terribili le travolgono la mente: il cadavere è quello di una neonata. Forse allora Ridgedale non è la cittadina senza macchia che la gente crede che sia.

Lascia andare o sarai trascinato.

Leggere questo libro è stato come osservare l’inevitabile caduta delle tessere di domino dopo aver sfiorato la prima, visto che con i segreti succede la stessa cosa. Dissotterrato il primo, gli altri, impigliati tra loro in una sottile rete invisibile resistente al tempo, riaffiorano uno ad uno dalla coltre di bugie, piccole e grandi, che li ricopre, finché i fili non si spezzano a un ritmo sempre più serrato, conferendo al romanzo la suspense giusta perché il lettore si arrovelli il cervello fino a sgarbugliare completamente la matassa. Anche la struttura della narrazione alimenta il senso di tensione, essendo divisa in quattro punti di vista che cambiano velocemente – uno in prima persona (Molly), due in terza (Sandy e Barbara) e uno “sfasato” a livello temporale (Jenna), dato che sono pagine di diario – da cui emergono le riflessioni dei personaggi, riportate nero su bianco come se fossero state dettate direttamente dalla loro mente, nonché le loro paure e, soprattutto, i loro sospetti, dando così a questo thriller un taglio piuttosto psicologico. Quattro donne, quattro esistenze diverse, se non agli antipodi, ma tutte accomunate da una ferita dolorosa incisa nel loro passato, recente o lontano, che riprende a sanguinare nel presente, formando, goccia a goccia, una pozza stagnante di senso di colpa che attanaglia loro il petto. L’autrice riesce a sondarne i sentimenti, implacabili burattinai che muovono le fila della vicenda, quasi si fosse insinuata nella pelle delle protagonista: la rabbia, accecante, che fa cadere nell’equivoco; l’ansia di poter ricadere nuovamente nel baratro; l’amore, arma a doppio taglio che può salvare o condannare. Centrale all’interno del romanzo è anche la famiglia, le cui incrinature vengono spesso celate per mantenere il sospirato quanto ipocrita quieto vivere, in special modo il rapporto madre – figlia, non sempre facile e, in certi casi, comprensibile.
Come quelli principali, anche i personaggi secondari presentano una buona caratterizzazione e tutti, pure coloro che rimangono ai margini, giocano un ruolo nell’intricata storia, il quale viene scoperto dal lettore solo sul finale, in cui si concentrano nel giro di poche pagine diversi colpi di scena a catena. Ammetto che un paio di sviluppi non mi hanno convinto al cento per cento, soprattutto la scena clou, spiegata in flash back, che ho trovato un po’ inverosimile rispetto al resto. Ovviamente non posso dirvi di cosa si tratta, dovrete capirlo da soli in caso lo leggeste.

Tutto sommato il libro mi ha preso ed è stata una lettura molto coinvolgente, non posso negarlo. E se stessi mentendo, beh… si sa che le bugie hanno le gambe corte.

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titoli: Le bugie degli altri
Autori: Kimberly McCreight
Casa editrice: Nord
Pagine: 398
Data di pubblicazione: 15 ottobre 2015
Traduttore: F. Toticchi
Genere: narrativa contemporanea
Costo versione cartacea: copertina rigida: 16,90 euro
Costo versione ebook: 8,99 euro