Questa è la seconda volta che mi capita di leggere e recensire una raccolta di poesie: reduce da Un firmamento di stelle di Rosaria Andrisani, promosso a pieni voti, e curiosa di dedicarmi nuovamente a un genere di cui di solito la mia anima letteraria non si nutre, ho preso la palla al balzo per affrontare L’ingombro, un piccolo libro dove sono racchiusi i versi di Simonetta Sambiase.
Purtroppo, ciò che mi aspettavo non è arrivato, sostituito all’opposto da una cocente delusione che mi ha scioccata. Ho riflettuto molto su quest’opera, posticipando anche la stesura di questa mia opinione e cercando, quindi, di trovare la giusta chiave di lettura per comprenderla e, alfine, amarla come avevo sperato, ma, disgraziatamente, la tale rivelazione non ha mai fatto capolino nella mia indole, facendo crescere in me un accentuato dispiacere perché, a quanto pare, non ho saputo cogliere i significati intrinseci e i messaggi di fondo celati tra i versi di queste poesie.

Sono davvero amareggiata per le frasi che userò in questa recensione estremamente breve e inusuale, quindi, per me, un’occasione nuova che sancisce emozioni contrastanti perché è la dimostrazione di quanto come lettrice, questa volta, abbia fallito su tutta la linea.
La prima caratteristica negativa che ho potuto scorgere è l’impossibilità, da parte mia, di identificare le tematiche coinvolte ne L’ingombro, una caccia al tesoro che sono solita vincere a mani basse, occhi chiusi che riescono sempre a vedere nella direzione giusta. Eppure, nell’odierno caso, nonostante voluti tentativi molteplici, non sono stata in grado di sostenere l’impresa, come se una sorta di blocco mentale avesse congelato il mio spirito d’osservazione, concentrato e analitico per antonomasia, trovandomi rinchiusa in una prigione la cui chiave, in precedenza gettata, non può più essere ritrovata. L’unica maniera che mi ha concesso di dipanare, almeno un pochino, le nebbie in cui ero avvolta è stata leggere la prefazione dove, in modo molto esplicito, sono elencati gli argomenti vertenti la raccolta di poesie presa in esame in questo articolo: sebbene la lettura comunque sia stata guastata dalle anticipazioni di Maria Luisa Vezzali, la devo largamente ringraziare perché, senza il suo prezioso aiuto, avrei continuato a navigare in acque sconosciute e in tempesta, arcane sfingi che sarebbero di certo rimaste irrisolte.
In aggiunta a ciò, confesso di non aver apprezzato il formato delle rime: non sono una grande esperta di questo genere letterario, ma sicuramente non mi aspettavo dei versi di varia lunghezza, da una parte rabbuffati quasi che nell’insieme non avessero nulla in comune e appartenessero, paradossalmente, a poesie differenti e lontane anni luce, dall’altra spezzati a causa dell’uso, spesso a sproposito, della figura dell’enjambement, salto che dovrebbe dare un’impronta ritmica precisa ma che, invece, scombina oltre la sua naturale definizione, introducendo pause che guastano e frantumano la continuità della lettura, resa già faticosa e pesante dal tono fortemente pessimistico racchiuso tra una strofa e l’altra de L’ingombro.
Inoltre, non posso soprassedere sul caos che nasce dalle parole scritte in queste poche pagine, una baraonda di lessemi che mal si sposa con il concetto di poesia, un costrutto che immagino, sì, difficile nella sua particolarità, ma non di meno comprensibile nella linearità musicale che lo contraddistingue, sottintendendo un chiaro significato che, una volta ultimata la lettura, si fa largo nella mente del suo pubblico e lo fa riflettere, una comprensione che perciò non deve essere banale ma nemmeno troppo arzigogolata.
Come ciliegina sulla torta, spicca il linguaggio adottato dall’autrice, decisamente non atteso in un qualsivoglia componimento poetico, un gergo moderno e contemporaneo in maniera quasi eccessiva, trasformando quelle strutture letterarie ordinate in testi sregolati senza capo né coda, accozzaglia che, a mio parere, di conseguenza personale e opinabile, ancora non riesce ad assumere senso alcuno.

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: L’ingombro
Autrice: Simonetta Sambiase
Casa editrice: Le Voci della Luna
Pagine: 50
Anno di pubblicazione: 2016
Traduttore:
Genere: Poesia
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