Ogni tanto, a cadenza piuttosto regolare, bussa in me la voglia di leggere qualcosa di Murakami, autore giapponese conosciuto qualche anno fa grazie al malinconico Norwegian wood, tuttora quello che preferisco tra i suoi libri dormienti nella mia libreria.
Vista l’esperienza precedente dai risultati alquanto nebulosi, stavolta è passato più tempo del solito prima che il toc toc risuonasse di nuovo, optando sul momento per La fine del mondo e il paese delle meraviglie, romanzo giovanile dello scrittore della terra del Sol Levante, ambientato in un Giappone anni ‘80 frenetico e proiettato al progresso tecnologico, fattore scatenante della silenziosa guerra informatica in corso tra Semiotici e Cibermatici, uomini il cui cervello, modificato chirurgicamente, cripta e processa dati lavorando come un computer. Uno dei più brillanti fra questi ultimi, protagonista senza nome, viene assunto da un eccentrico scienziato, quindi si reca al suo laboratorio, rifugio sotterraneo dove il luminare compie esperimenti sul suono, per discutere i termini dell’incarico, stupendosi quando l’uomo gli mostra la sua collezione di teschi (uno dei suoi campi di studio è la biologia) e gli porge una scatola, da aprire nel momento in cui si fosse trovato da solo. Osservando il contenuto, il cranio di un animale alquanto bizzarro, sorge in lui la certezza di averlo già visto, sebbene non ricordi il frangente, inconsapevole che sia passato per le mani di una persona incredibilmente vicina a lui, un Lettore di sogni esiliato in una città cintata abitata da gente senza cuore.
Così funziona il cuore. Se non ci fosse il cuore, si vagherebbe senza fine.
Due prospettive che si alternano e sembrano scorrere su binari paralleli, distanti e opposti come i poli di una bussola: il Paese delle meraviglie, luogo superficiale in cui dare importanza alle emozioni o alle piccole cose è sempre più raro, e la Fine del mondo, cittadina circondata da mura invalicabili dove i sentimenti, strappati agli abitanti, giacciono ormai seppelliti sotto alla coltre di neve che ricopre ogni angolo. Anche in questo romanzo, dalla prosa minuziosa ed evocativa, Murakami gioca con la realtà, plasmando da quella concreta, assoggettata alla routine e alla violenza dell’evoluzione, il suo negativo, riflesso antitetico estraniato dal tempo e dallo spazio, una sorta di bolla in cui le persone non provano nulla eccetto il senso del dovere verso il proprio lavoro, e ponendo le due dimensioni come storie dallo sviluppo a sé stante, entità indipendenti, il Cibermatico e il Lettore di sogni, i cui passi solcano strade destinate a non incrociarsi mai. Apparentemente. Infatti, di capitolo in capitolo, l’autore semina con perizia elementi, talvolta onirici e surreali, che si rimpallano tra una realtà e l’altra, portando chi legge a chiedersi se i due individui non condividano davvero un legame, un ricordo forse, uno scampolo di coscienza o una fine che fine non è, avviandolo a un viaggio alla scoperta di un Io perduto, proteso in punta di piedi sul ciglio dell’oblio. Durante il cammino, segnato dallo scorrere inesorabile delle ore nel Paese delle Meraviglie e dall’immota eternità nella Fine del mondo, si incontrano personaggi variopinti e tipicamente fuori dagli schemi che, nella migliore tradizione murakamiana, mescolano le carte in tavola influenzando, anche inconsciamente, le scelte dei protagonisti, rendendo ancora più arduo il compito di chi affronta questo libro, che, al pari del Lettore di sogni, deve estrapolare brandelli di senso e unirli per chiarire il quadro. A tal proposito, troppe domande sono rimaste senza risposta, molte congetture, a mio parere, lasciate un po’ al caso, per cui, pur apprezzandone lo stile e l’atmosfera in cui ci si ritrova immersi, non ho apprezzato il romanzo come mi sarei aspettata purtroppo, senza contare i diversi punti morti a rallentare la narrazione.
Tirando le fila del discorso, Norwegian Wood non viene scalzato e, nella speranza di interrompere questa sequenza non proprio entusiastica, un altro Murakami fa già bella mostra di fianco agli altri.
Scheda libro
Titolo: La fine del mondo e il paese delle meraviglie
Autore: Haruki Murakami
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 515
Anno di pubblicazione: 1985
Traduttore: A. Pastore
Genere: narrativa contemporanea
Costo versione cartacea copertina flessibile: 15,00 euro
Costo versione ebook: 6,99 euro
23 Novembre 2016 at 11:29
Interessante. Ce l’ho ma non l’ho ancora letto, dopo questa recensione, penso di leggerlo appena finisco la saga di WoT.
23 Novembre 2016 at 12:27
Ottimo 😀 Allora ci farai sapere 😉
30 Novembre 2016 at 15:08
Anche io non l’ho ancora letto, ma dopo questa recensione credo che lo farò 🙂
Complimenti per il rinnovo. E’ fantastico tutto ciò!! <3
30 Novembre 2016 at 18:27
Buono a sapersi, sono curiosa di sapere cosa ne penserai 😀
Riguardo al blog, siamo strafelici che ti piaccia ^_^
3 Gennaio 2017 at 15:34
Ho sempre apprezzato Murakami e il suo stile in grado di far emozionare anche con semplici parole. Sono d’accordo con te sul fatto che “La fine del mondo e il paese delle meraviglie” non superi “Norwegian Wood”. Sono due realtà diverse e infatti sono d’accordo con tutto ciò che hai detto, persino con la punta amara della recensione, i quesiti in sospeso. Tutto questo lungo andare per poi non sapere dove andare a parare. Non riuscivo a trovare niente simile a Norwegian Wood fino a quando non ho letto “Kafka sulla spiaggia”. Se non l’hai letto, te lo consiglio vivamente. Ho voglia di leggere 1Q84, dopo Katherine Pancol forse lo inizierò. Complimenti per la recensione, sei stata dettagliata ma soprattutto onesta e hai colto ciò che ho percepito anche io. Continua così!
3 Gennaio 2017 at 16:51
Intanto grazie per averla letta, mi fa piacere che tu sia d’accordo con me e ancora di più che mi trovi io d’accordo con te nel dire che “Kafka sulla spiaggia” sia un romanzo splendido, uno di quelli che, come “Norwegian Wood” del resto, ti fa girare le rotelline ancora per un bel po’ a lettura ultimata 😀 Avendola letta e apprezzata, mi sentirei di consigliarti anche la trilogia di 1Q84, dal taglio leggermente più fantasy diciamo, pur mantenendo i temi onirico/surreali tanto cari a Murakami 😉 Sarò felice di leggere che ne pensi ^_^
7 Gennaio 2017 at 13:06
Non so come si attivino le notifiche per le risposte perciò chiedo scusa per il ritardo! Eh, ma sai, ne parlavano molti benissimo e vorrei avventurarmi ma come sempre la paura di restare delusa è tanta, ma se dici che è da leggere mi farò coraggio. Si, se c’è la sfumatura che tanto amo di Murakami lo adorerò senz’altro. Speriamo bene! E lo saprai senz’altro, parola di lupetto!
4 Ottobre 2017 at 15:52
IQ84 trilogia da leggere assolutamente!
4 Ottobre 2017 at 17:39
Vero, è molto bella 😀
18 Novembre 2017 at 18:01
Bellissima recensione. Ho appena finito di leggere questo libro e credo che, dopo 1Q84, sia l’opera più ambiziosa di Murakami 🙂
18 Novembre 2017 at 21:54
Ambizioso lo è di sicuro e, tra i romanzi suoi che ho letto per ora, forse il più visionario 😀