Oggi, alla Nicchia Letteraria, ci occupiamo della seconda tappa del blogtour dedicato a L’ultimo spartano, il nuovo libro di Matteo Bruno edito Leone Editore.
Nella particolare occasione odierna, però, i riflettori sono puntati su tutte e quattro le fatiche letterarie dell’autore, praticamente una gita a 360 gradi concernente i suoi lavori, un modo questo per conoscere la persona che si nasconde dietro la carta e l’inchiostro, l’anima vitale di una penna capace di trascinare e coinvolgere fino all’ultima pagina.
E qual è la miglior maniera per dare voce a Matteo Bruno? Di certo, lasciare la parola a lui: vi conquisterà, è inevitabile.
Scrivere romanzi storici richiede una duplice passione, l’una per la Storia, l’altra per la scrittura. Nel mio caso la prima è innata, probabilmente trasmessa attraverso il biberon fin dall’infanzia; la seconda è invece sbocciata più tardi, in età adulta, dopo un percorso tortuoso.
Sono figlio di artisti, ma non so disegnare; colleziono modelli di soldatini storici, ma non so dipingerli. Ho sempre amato leggere, eppure i miei primi tentativi di scrivere sono miseramente falliti.
Non appena la sfera di luce del sole sfiorò la sagoma nera della montagna, la mano del sacerdote calò con forza sul petto del giovane. La lama penetrò con facilità, come il vomere penetra nella terra. Le pitture sul petto vennero squarciate e, sotto di esse, pelle, muscoli e costole. Un fiotto di sangue nero fuoriuscì dall’apertura, iniziando a correre sui canali mai asciutti, per placare la sete atroce della divinità.
Infine, nella primavera del 2011, momentaneamente senza lavoro, ho iniziato a pianificare la stesura di quello che sarebbe divenuto il mio primo romanzo: Oro, Sole e Sangue, pubblicato da Leone Editore due anni più tardi. Il libro narra la vicenda dei Conquistadores spagnoli di Hernan Cortés che tra il 1519 e il 1521 approdarono sulle coste del Messico, abbattendo in un turbinoso e sanguinoso biennio il florido impero di Montezuma. È un fatto storico che in Italia è relativamente poco conosciuto, ma che può ancora insegnarci molto. Ricordo l’alone di scetticismo di cui ero circondato durante la stesura, subito dissolto non appena poche persone fidate hanno iniziato a leggerne le bozze. Da quel momento, anzi, sono stato incoraggiato a proseguire nel lavoro di stesura e, successivamente, nella cura del testo, fino alla pubblicazione. È un libro scritto di getto, spinto dalla molla di dimostrare a me stesso che potevo riuscire a completarlo. Alla fine ho condotto un immaginario, meraviglioso, viaggio tra Aztechi e Conquistadores, alla ricerca della Città d’Oro, tra profezie che si autoavverano, incredibili colpi di fortuna e spietati trabocchetti; un viaggio attraverso il meglio e il peggio dell’umanità.
Dardano era di umore tetro. Ritto come un palo sulla sommità dell’altura, vedeva tutti i suoi peggiori timori prendere forma. L’armatura gli stringeva il petto, l’angoscia aumentava.
Sulla scia dell’entusiasmo, nel 2013 ho iniziato la stesura di Dodici Città, anch’esso edito da Leone Editore. In questo caso, dopo l’avventura nelle esotiche terre precolombiane, ho voluto invece immaginare la mia regione così com’era due millenni e mezzo fa, al tempo dei misteriosi Etruschi. Dodici Città infatti racconta della leggendaria alleanza tra le principali città-stato etrusche sotto la guida di Porsenna, lucumone di Chiusi, con lo scopo di sottomettere una pericolosa città del Lazio la cui potenza cresceva di anno in anno: Roma. In questo romanzo, a differenza del precedente, la cornice storica è conosciuta soltanto per sommi capi. Qui la narrazione affonda nel mito e nella leggenda, permettendo al lettore di immergersi nelle acque del lago Trasimeno assieme alla ninfa Agilla, di immaginarsi il coraggioso Muzio Scevola poggiare la mano nel braciere e di perdersi tra gli intrighi di vendicative divinità. La cosa più bella che mi ha lasciato questo libro, tuttavia, è aver potuto fantasticare su luoghi a me molto cari, immaginandoli e descrivendoli così come dovevano apparire oltre due millenni fa.
«Siracusa! Siracusa!» inneggiarono i difensori della città, levando le lame al cielo e facendo scorrere il sangue tra le dita strette sulle impugnature. Invocavano a squarciagola il nome della propria patria, e ne avevano ben motivo, perché con quel trionfo insperato avevano reso Siracusa la più potente città greca…
Infine ho scritto Syracusa – La vendetta di Nicone, edito da Leone Editore nell’autunno del 2015. Questo terzo romanzo mi ha dato le soddisfazioni maggiori. Ha vinto il Primo premio al concorso di Poesia e Narrativa Il Golfo (La Spezia, 2016) ed è stato adottato quale libro da leggere in alcuni licei (classici e non solo) di varie zone d’Italia. Ambientato durante la celebre guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta, narra della spedizione ateniese in Sicilia e del conseguente assedio alla città di Siracusa, una delle capitali del mondo antico. Mi piace dire che è il più “femminile” dei miei romanzi, in quanto presentato come la narrazione in prima persona che una donna di fantasia (Klizia) fa al figlio quindici anni dopo gli eventi. Ideato e scritto a cavallo tra il 2013 e il 2014 in un momento per me particolarmente felice e proficuo, ho un bellissimo ricordo anche dei momenti passati al computer durante la stesura, nonché del lavoro di ricerca sulle fonti. Per me è stato come fare un viaggio all’indietro nel tempo, quando, studente del liceo classico, leggevo del triste destino dei prigionieri ateniesi rinchiusi nelle Latomie, senza immaginare assolutamente che un giorno avrei fatto miei quegli stessi eventi, incorniciandoli in un romanzo.
Rendendosi conto che non lo avrei risparmiato, lasciò cadere lo scudo dall’avambraccio e si preparò a scendere mestamente nella dimora di Ade.
Così, con la sempre viva passione per l’Antica Grecia, è nato anche L’Ultimo Spartano. A differenza dei romanzi che lo hanno preceduto, scritti di getto in pochi mesi, la stesura di quest’ultima opera è stata più lenta e difficoltosa. Basti pensare che l’ho iniziata e interrotta per ben due volte prim’ancora di aver completato il capitolo 5. Solo in seguito la penna ha iniziato a fluire velocemente (anzi, la tastiera a battere), e la stesura è proseguita spedita fino all’epilogo. In questa fase non entrerò nei dettagli di quest’ultimo romanzo, che tratterò più approfonditamente nelle successive tappe del blogtour, dirò soltanto che è ambientato durante il convulso periodo ellenistico, durante la rivolta antimacedone del Peloponneso, un episodio poco noto ai più, ma non per questo meno affascinante. Tra anelli magici, oscuri riti di divinazione, epiche battaglie e divinità che sembrano camminare sulla terra al fianco dei mortali, a chi toccherà l’onere di essere L’Ultimo Spartano?
È stato decisamente esaustivo, non trovate? Aggiungerei anche convincente, visto che ho inserito in wishlist gli altri tre titoli che ancora non ho avuto il piacere di leggere. Per fortuna siamo in prossimità del Natale e, perciò, un bel regalino sostanzioso può passare inosservato, senza troppi incidenti di percorso.
Prima di lasciarvi vi ricordo le date delle altre tappe di questo fantastico blogtour: sono tante e molteplici, non perdetevele!
Lascia un commento