Ormai non mi stupisco più di niente. Se mi piace un autore, posso stare tranquilla che ogni sua opera mi lascerà a bocca aperta perché, che siano i personaggi con le loro vicende a tenermi compagnia, che sia la trama a tenermi sveglia e all’erta, dato l’intreccio fitto, difficile da districare e caotico nella sua caratterizzazione, la quale si scoprirà, solo alla fine del libro, avere, invece, un senso logico, preciso ed esatto, che siano le emozioni suscitate dalle parole lette, quei sentimenti che crescono assieme alla storia, che si attaccano al nostro cuore come le cozze allo scoglio, senza più lasciarci liberi, sequestrandoci definitivamente l’anima, che ci animano e portano a galla, è inevitabile, la parte più sensibile di noi, quella che a volte vogliamo nascondere agli occhi di tutti per non sentirci vulnerabili, esposti, indifesi, non importa, io apprezzerò ogni singola parola scritta, inesorabilmente. Perciò, ancora una volta, la terza per essere precise, Giulia Masini è riuscita ad ottenere l’ennesima mia standing ovation per Maybelle – Tentazione proibita che, proprio come dice il titolo, attrae, seduce, induce a una lettura “forzata”, obbligata, come una fiamma che lusinga la falena ad avvicinarsi sempre più, a suo rischio e pericolo.

Damon Crawford, marchese di Pembroke, si trova a teatro, al Drury Lane, ufficialmente per assistere alla rappresentazione teatrale in scena, ufficiosamente per incontrare Lady Hervey, moglie del barone, nella speranza di passare con lei un incontro di fuoco. Dopotutto deve mantenere alto il suo titolo di libertino felice e spensierato. È da poco tornato in Inghilterra, dopo aver passato gli ultimi otto anni a Costantinopoli, precisamente nel palazzo di Muhan Demir, un giovane soldato turco che con lui aveva partecipato al secondo bombardamento di Sebastopoli, in Crimea. Ma ora tutto è cambiato: è dovuto ritornare sui suoi passi, dopo la notizia della morte di suo padre, dal quale ha ereditato il titolo, nonostante gli avesse promesso che l’avrebbe diseredato a causa della sua decisione di arruolarsi come soldato semplice. Il rapporto molto complicato con il padre ha spinto Damon a sentirsi estraniato dalla sua stessa famiglia, solo anche se in compagnia dei suoi genitori, una coppia la cui parte maschile non faceva altro che deriderlo, prenderlo a male parole, dicendogli che non era nessuno, non valeva nulla, non evitando di paragonarlo al defunto fratello, Arden, il perfetto erede a detta del padre, un fantasma scomodo nella vita del nuovo marchese, nonostante la sua dipartita avvenuta un ventennio prima, e la cui parte femminile, certamente succube del marito, non lo proteggeva mai, non dimostrandogli quell’affetto di cui aveva davvero bisogno, evitando di provare qualsiasi emozione nei suoi confronti, come se fosse spinta e costretta dalla sua metà a non essere quella figura materna che sarebbe dovuta essere, rifuggendo anche il più piccolo gesto di affetto e di amore, scusando il comportamento del marito di fronte a Damon, anche dopo la sua morte, anche se la sua presenza ormai era un ostacolo ormai lontano, come se, dopotutto, le abitudini non muoiono mai.
La sorpresa dell’eredità del titolo ha aleggiato nella sua mente, fino a quando, il primo incontro con la madre, dopo il rientro in patria, la quale gli confessa che la morte di Todwa ha fatto riflettere l’ormai defunto marito, facendolo ricredere e quindi cambiando la sua primaria idea di estromettere Damon dal testamento. Un ultimo scambio di battute, e il ventottenne abbandona la madre in lacrime, sulla soglia di quella casa che tanto ha odiato, odia e odierà per sempre. Nulla potrà essere dimenticato. Niente. Meglio, quindi, ritornare al presente, al teatro e alla ricerca della donna che voleva così tanto incontrare da sacrificarsi e assistere a questa rappresentazione teatrale. Ed eccola lì: la scorge tra la folla, decide di uscire dal suo palchetto per dirigersi verso la posizione di Lady Hervey che incontra e, insieme a lei, dà il via al famoso incontro amoroso e peccaminoso tanto agognato. Damon, però, non si aspettava di certo di essere scoperto e inseguito dal marito della donna e da altri due uomini. Con alle calcagna questo trio inferocito e alterato, decide di darsi alla fuga e, appena fuori l’edificio, entra in una delle carrozze parcheggiate all’esterno. Tuttavia, un’altra sorpresa lo attende: il mezzo non è vuoto. Una ragazza molto giovane lo fissa con un’espressione decisamente strana sul volto. Damon si chiede se rovinerà tutto chiamando i suoi inseguitori, consegnandolo a loro, ma le vere domande che si dovrebbe porre il nostro libertino sono ben altre e, sicuramente, le risposte alle stesse non gli piaceranno per certo.

Giulia Masini non perde un colpo. Quando ci ha inviato anche questo suo romanzo, ero davvero contenta perché mi sarei potuta immergere ancora una volta in un’altra sua storia, imbattendomi nel suo stile inconfondibile, che prevede una scrittura precisa, coinvolgente, che scandisce il tempo del libro, senza accelerazioni o brusche frenate, accompagnando il lettore dall’inizio alla fine, sospingendolo dolcemente in avanti, passo dopo passo, pagina dopo pagina, rimanendo, nolente o volente, coinvolto dalla lettura, ma soprattutto dalle emozioni suscitate da ogni parola scritta. Come i suoi precedenti libri, anche con Maybelle – Tentazione proibita, i sentimenti sono all’ordine del giorno, impossibili da evitare, indomabili nella loro irruenza nel nostro cuore, arpionato saldamente e sballottato senza pietà, in balia di un ciclone di emozioni, nel cui occhio non troviamo l’amore, assolutamente no, ma un odio, profondo, antico, forte e rigoglioso, che non aspetta altro, se non essere usato in tutta la sua potenza inaudita contro quella persona per cui è nato nella nostra anima, nel nostro cuore ormai arido e freddo come il ghiaccio. Perciò, è normale utilizzare questa vigorosa emozione come arma, quando incontriamo per caso, inciampiamo in quella situazione favorevole che avevamo aspettato con pazienza, agognato e desiderato quasi, smaniosi nel voler realizzare un piano ingegnoso, atto unicamente a vendicarci, perché di questo si tratta, una vendetta che sta per essere servita ghiacciata, fredda quanto il gelo che ci attanaglia fino alle radici del nostro intimo.
Tuttavia l’astio è proprio l’altra faccia della medaglia che si oppone all’amore, due sentimenti contrastanti, differenti in ogni loro sfumatura, eppure complementari, il nero e il bianco, due elementi fondamentali per dipingere il quadro totale della nostra vita, senza evitare le ombre e la luce che la compongono, riempiendola, perfezionandola. All’inizio, le due parti appaiono in quantità diverse, impari, la vincente contro la rimanente perdente, l’una soggiogata all’altra, la prima che cerca di indurre la seconda a lasciarsi confondere, plagiare, ammaliare dal suo potere seduttivo, cercando di trattenerla nella sua rete a trama fitta, caratteristica che la accomuna al suo “piano” malefico per riuscire a colpire e affondare la sua vittima designata. Eppure, al destino piace sempre l’ironia e inserire nel gioco varianti a nostra insaputa, istruzioni aggiuntive al manuale che non possiamo conoscere, carte che ribaltano il risultato poco prima della fine, di quella vincita che tanto auspicavamo ma che mai raggiungeremo, e forse, a conti fatti, è meglio così, perché l’amore è la scoperta più bella che possiamo fare, la via di fuga che ci permette di deporre le armi dell’odio e lasciarci andare, alzando la bandiera bianca della resa incondizionata alla valanga di sentimenti che ormai fa parte di noi e che non possiamo non assecondare.
La dualità delle emozioni, però, deve stare tranquilla. Non è sola. A braccetto con essa, infatti, fiera della sua posizione, orgogliosa di aver raggiunto il suo stesso livello, passeggia la duplicità della nostra personalità, a tratti forte, a tratti debole, una volta determinata e vigorosa, un’altra timida e sensibile, come se in noi albergassero due esseri differenti, agli antipodi, gli ennesimi yin e yang che, seppur in contrasto, solo insieme esistono, si totalizzano, diventano qualcosa di concreto, reale, pieno. È inutile cercare di far prevalere una delle due nostre metà perché, dopotutto, non potremmo essere noi stessi senza l’una o l’altra, non potremmo vivere interamente ciò che incrociamo sul nostro cammino, tutto ciò che il destino ci potrebbe riservare, ostacoli, aiuti, una mano amica, una famiglia che ci vuole bene nonostante il nostro carattere e il nostro comportamento scapestrato, e, perché no?, un amore potente, travolgente, difficile da accettare magari, sgradevole anche per via della persona a cui indirizziamo questo sentimento, ma dopotutto inevitabile, una forza impetuosa, irruente, un ariete che si scontra con l’entrata corazzata del nostro cuore che, nonostante cerchi di bloccare l’assalto, si apre, spalancando i battenti, arrendendosi, accogliendo l’intruso a braccia aperte, afferrandolo per poi non lasciarlo andare mai più.

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Maybelle – Tentazione proibita
Autore: Giulia Masini
Casa editrice:
Pagine: 388
Anno di pubblicazione: 2016
Traduttore:
Genere: Narrativa storica, Romance
Costo versione cartacea:
Costo versione ebook: 3.49 euro