Prima di dire qualsiasi cosa in merito a Klein Blue, volevo porgere personalmente le congratulazioni della Nicchia, sia mie che di Jackdaw, a Cristiano Pedrini che, con questo libro, è riuscito a conquistare, con la sua bravura e il suo stile narrativo, una casa editrice. Tale titolo è sicuramente un buon trampolino di lancio per l’autore che, grazie alla delicatezza e al romanticismo sue caratteristiche già carpite da Opportunity (trovate qui la recensione), è riuscito ancora una volta a coinvolgermi e a conquistarmi con questa nuova opera da lui scritta.

Jayce Axel Wood è appena arrivato all’hotel di Northumberland, un posto dimenticato di Dio, dotato di una bellezza naturale che potrebbe essere quasi ricondotta a un paradiso terrestre, immerso nella storia, quasi da renderlo un luogo fuori dal tempo, un luogo dove lo scorrere dei minuti si ferma inesorabilmente, permettendo a chi lo visita di rimanere sospeso in quella bellezza che lo blocca, lo trascina e lo folgora.

Avendo fatto parte dell’impero romano ed essendo stato teatro di numerose battaglie tra la Scozia e l’Inghilterra, il Northumberland era ricco d’importanti vestigia del passato e disseminato di una grande quantità di castelli come quelli di Bamburgh, di Dunstanburgh e Alnwick.
Una regione affatto tranquilla, con una lunga tradizione di rivolte nei confronti dello Stato: come quelle capeggiate dai suoi duchi, membri della famiglia Percy, durante il periodo della dinastia Tudor, che la fecero così diventare una sorta di zona franca, dove i banditi spesso si rifugiavano, lontani dalla lunga mano della giustizia, favoriti anche dalla scarsa popolazione dell’epoca.
Non v’è dubbio che dopo l’unificazione delle corone di Inghilterra e Scozia, durante il regno di Giacomo I, la situazione si tranquillizzò e tale rimase sostanzialmente fino a oggi, contribuendo a mantenere la zona tra le meno densamente popolate e le più agricole dell’intera Gran Bretagna.

Questa bellissima e dettagliata descrizione, che ci dà anche qualche notazione storica del posto in cui il libro è ambientato, una minuzia che denota uno studio approfondito da parte di Cristiano nel farci comprendere che comunque Northumberland è reale, ha un passato e una sua magia intrinseca dovuta alla sua conformazione geografica e non solo, accompagna Jayce nell’esplorazione di quell’angolo di Paradiso, immerso nella natura, avvolto in una tranquillità e in un senso di libertà che nella sua vita fatica a scorgere, anche solo in lontananza. Come il lettore può intuire, il ragazzo, appena diciottenne, nasconde qualcosa: sembra essere una persona diversa in questo posticino, una persona che vuole crescere finalmente, imparare dall’esperienza, che vuole semplicemente vivere davvero la sua vita. Sembra una banalità, ma se invece, nel caso di questo giovane uomo, fosse un’impresa da titani, non da poco? A tale quesito, potrete rispondere solo voi, leggendo questo libro e facendovi prendere completamente dalla sua trama, fitta di intrighi, segreti e colpi di scena, magari intuibili ma che comunque lasciano scioccati.
Sul cammino per arrivare al lago, meta che Jayce si era prefisso di vedere dal vivo finalmente, si scontra accidentalmente con un uomo, che scopriremo essere Keith O’Connor, il secondo personaggio principale della storia, un uomo di ventisette anni che si rivelerà essere il sindaco del posto, una persona alquanto ironica, simpatica, che prova a stuzzicare il giovane ragazzo fin dal loro primo incontro, guadagnandosi, di conseguenza, la totale scontrosità e la profonda irritazione di Axel. Dopo questa piccola parentesi, il primo nostro protagonista si dirige verso il suo obiettivo, dove rimane fino a quando un acquazzone non invade Northumberland. Decide quindi di ritornare sui suoi passi, aspettando sotto a un albero che l’acqua smetta di scendere dal cielo, rifiutando anche il passaggio di un Keith selvatico che appare sulla strada. Successivamente al diniego, il signor O’Connor abbandona Jayce al suo destino, sotto il diluvio, ma, quando incrocia sulla strada un’auto procedente nella direzione opposta, intravedendo di sfuggita il guidatore, persona alquanto losca solo dal fatto di indossare degli occhiali da sole scuri nonostante il maltempo, spinto da una sorta di preoccupazione, nata senza una causa scatenante plausibile, si sente in dovere di tornare sui suoi passi, facendo quindi dietro front. Meglio accertarsi che non succeda nulla a quel giovane turista, ipotesi teorizzata dal semplice fatto che mai prima d’allora Keith aveva visto quel ragazzo. È impossibile che quello strano figuro possa essere relazionato in qualche modo a Jayce. O forse sì? Nicchiani, sapete cosa fare per chiarire questo piccolo innocente dubbio.

Ammetto che ho preferito di gran lunga Klein Blue all’altro unico libro di Cristiano che abbia letto, e cioè Opportunity. In questo romanzo nuovo, ho notato una certa crescita da parte dell’autore, una crescita per quanto riguarda il suo stile, seppur abbia mantenuto il suo solito e caratteristico romanticismo, presente anche nella scelta del titolo stesso dell’opera, velato da una parvenza fioca ma evidente di eros, uno sviluppo per quanto concerne la sua fantasia nel creare la trama che, questa volta, è stata più intrigante, più ricca, più emozionante, rispetto alla precedente, in certo senso più viva e più coinvolgente, portando il lettore in prima linea nel romanzo, facendogli figurare di fronte a sé quei paesaggi da sogno, tanto magnifici da non sembrare reali, facendolo sentire parte del rapporto d’amore descritto con la delicatezza distintiva dell’autore, una leggerezza che però arpiona chi legge nel profondo, facendo leva sull’emotività di ogni suo lettore, spingendolo a percepire i sentimenti dei personaggi, sia principali che non, e portando, anche il pubblico meno incline alle passioni, a far proprio, inevitabilmente, il trasporto, nato come una semplice fiammella e divenuto, con il progredire della storia, un incendio imperituro ed eterno.
Questo coinvolgimento è la conseguenza diretta anche dell’utilizzo di un linguaggio semplice, senza fronzoli, con qualche eccezione nella scelta di determinati vocaboli aulici che elevano il dizionario usato dall’autore, un linguaggio capace di tenere alta l’attenzione di chi legge, stuzzicandolo con la suddetta terminologia la cui artificiosità non mina in alcun modo la velocità di lettura, che scorre armoniosa, senza impedimenti, come un ruscello che placidamente attraversa il suo letto, accarezzandone il fondo in maniera pacata, quasi impercettibile. Nonostante non appariranno nella versione pubblicata dalla casa editrice, vorrei comunque soffermarmi un attimo sulle immagini: sebbene siano di buona fattura ed egregiamente realizzate e sebbene siano presenti in numero esiguo rispetto la volta precedente, il loro stile non rispecchia la storia, secondo la mia opinione, come del resto successe nel caso di Opportunity, ma quella tinta di colore, mancante nei disegni della storia di Julian e Rey, dà una nuova visione d’insieme, adattando, in un certo qual modo, la tecnica delle illustrazioni al filone narrativo del romanzo, rendendola quasi un riempitivo complementare di Klein Blue.
Ancora una volta, ci viene dimostrato come Cristiano riesca a rendere una buona caratterizzazione dei personaggi, non evitando di definire tutti i particolari, anche quelli più minimi che l’attenzione potrebbe non tenere in conto, non esitando in tutte le descrizioni, in aggiunta ovviamente al “disegno” che a parole l’autore rappresenta Nothumberland. Ciò che non mi aspettavo, però, era di trovare molte somiglianze tra Jayce e Keith con Julian e Rey, non solo caratterialmente parlando, ma anche per quanto riguarda la condizione sociale, l’età anagrafica dei personaggi e, ovviamente, la modalità con la quale nasce e si evolve l’amore tra i protagonisti: certo è che queste due coppie siano comunque diverse in determinate minuzie, ma, in linea generale, mi sono sembrate fin troppo similari, come se fossero l’una la fotocopia dell’altra. Sono sicura che, se non avessi letto Opportunity, probabilmente avrei amato maggiormente i protagonisti di Klein Blue, ma questo piccolo aspetto non va a ledere in alcuna maniera la mia soddisfazione rispetto questa lettura, un appagamento, certamente, completo e totale.

«L’amore è sempre lo stesso, Keith. Da qualsiasi cuore scaturisca, palpiti ed esploda, si colora della stessa intensità che possiamo riconoscere solo se i nostri occhi non sono celati dall’egoismo.»

 

 

Valutazione:

 

Scheda libro

Titolo: Klein Blue
Autore: Cristiano Pedrini
Casa editrice: Aletheia
Pagine:
Anno di pubblicazione: 2016
Traduttore:
Genere: Narrativa
Costo versione cartacea: 12 euro
Costo versione ebook: