Oggi La Nicchia Letteraria prende ufficialmente parte al blogtour dedicato a Un’Antologia per la Tana, una raccolta di racconti che ha l’obiettivo di promuovere la scrittura emergente in modo particolare e diverso, un’avventura condivisa non solo da autori ma anche da grafici che hanno messo a disposizione il proprio talento per un tale sensazionale progetto.

In questa sesta tappa, ci dedichiamo a un’intervista volta ad approfondire l’Antologia attraverso una delle autrici partecipanti, Annalisa Gasparotti, che già conoscevamo grazie alla lettura e alla recensione di Abitudini Camaleontiche.
Prima, però, di lasciare la parola alla suddetta scrittrice, vi ricordiamo che, cliccando qui, potrete trovare agilmente le regole per partecipare al giveaway relativo al blogtour.

 

Buongiorno Annalisa e (ri)benvenuta! Prima di iniziare con le domande, volevo ringraziarti per la disponibilità e per questa tua seconda presenza qui alla Nicchia: siamo davvero liete di ospitarti ancora nel nostro angolino letterario, ritrovandoci per chiacchierare un po’ del progetto bellissimo a cui stai partecipando.
Innanzitutto, spiegaci cosa significa per te Un’Antologia per la Tana e come mai hai voluto darle vita, assieme ad altri cinque autori emergenti.

✒ Buongiorno a tutti e, prima di ogni altra cosa, grazie per questa deliziosa parentesi. La farò breve: mi è piaciuta da subito l’idea di poterci presentare ai lettori in un modo diverso dai soliti e anche l’opportunità di conoscere più da vicino altri autori emergenti, cogliendo direttamente il sapore delle loro penne.

Cosa devono aspettarsi dal tuo racconto della raccolta i lettori che, come me, ti hanno già letta in Abitudini camaleontiche? Un approfondimento su un determinato momento della vicenda del libro o qualcosa di completamente inedito?

✒ Con questo racconto anzitutto ho voluto dare uno spaccato metaforico dei pensieri che possono affollare la mente di un creativo e di quanto esso possa essere parte delle sue stesse creazioni. Poi, volendo presentare due romanzi tanto diversi, ho puntato sulle discordanze in un incontro-scontro che custodisce una nuova chiave di lettura per entrambi. Quindi senz’altro mi sento di dire che ho apportato qualcosa di inedito.

Ai neofiti della tua penna, invece, cosa diresti per stuzzicarli a leggerti?

✒ Assolutamente nulla.

Descrivi con tre parole il tuo racconto, esplicandoci anche il motivo della tua scelta.

✒ Premesso che ritengo arduo descrivere oggettivamente un proprio racconto, inizierei con la parola MINESTRONE: più ingredienti con origini diverse che si uniscono in un tutt’uno. Continuerei con RILETTURA, appunto perché è un invito a rileggere con nuovi occhi (per chi già li avesse letti) Abitudini camaleontiche e Il mio tesoro a Catanzaro. Concludo con DIVAGAZIONE perché ogni occasione di lettura per me può essere definita così.

Dove prendi l’ispirazione per i tuoi scritti? Svelaci i tuoi segreti di autrice!

✒ La vita, le esperienze, il sentire… frammenti che si accumulano in testa, sensazioni che restano impresse sulla pelle e prima o poi entrano a far parte di un nuovo puzzle, che prende forma in uno scritto.

Se una persona volesse approcciarsi al mondo della scrittura, cosa gli consiglieresti di fare?

✒ Se volesse farlo senza passione lo inviterei a evitare: vi sono a mio avviso troppe penne prive di ciò che già creano caos e scompiglio.

Penso che tu, prima di essere autrice, sia anche e soprattutto una lettrice. Qual è il tuo libro preferito? Per caso, c’è stata in passato un’opera letteraria particolare che ti ha spinta a darti alla scrittura? Praticamente, come è iniziato il tuo percorso?

✒ Sono da sempre un’accanita lettrice, ma non posso indicare un libro che mi ha spinta a scrivere, perché ho iniziato a farlo troppo presto e puramente per gioco… Ho vari libri preferiti, tra cui sicuramente Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, Gertrud di Herman Hesse, Evil di Marco Buticchi, Anonimo veneziano di Giuseppe Berto, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepùlveda e Novecento di Alessandro Baricco.

Ti ho chiesto il titolo che più ami. Ora ti domando l’autore o l’autrice di cui sei una forte estimatrice.

✒ Ho scoperto di recente una nuova autrice che mi ha letteralmente spiazzata e di cui sto leggendo tutte le pubblicazioni: Amélie Nothomb. Ritengo stupefacente il realismo con cui traccia la dimensione fisica e mentale dei personaggi, veramente una piacevole sorpresa!

Domanda stronca-amicizie (forse). Escludendo il tuo racconto, qual è quello che più ti piace de Un’Antologia per la Tana? Come mai?

✒ Dai… Stronca-amicizie mi sembra eccessivo! La mia preferenza è basata puramente su alcune sensazioni che ho provato leggendo il racconto in questione: sto parlando di Floriana Naso e del suo Un giorno particolare. Mi hanno rapita da subito il ritmo della narrazione e i tratti decisi dei personaggi.

Per chiudere in bellezza questa nostra piccola intervista, hai qualcosa d’altro che bolle in pentola? Parlaci dei tuoi progetti futuri, se ce ne sono.

✒ Inizio spesso e raramente finisco, tuttavia ho in cantiere una raccolta di poesie e dei racconti noir. Chissà se entro fine anno riuscirò a concludere uno di questi progetti… sicuramente in quel caso gli amici della Tana saranno i primi a saperlo! Buona lettura (e scrittura) a tutti!